Counselling scolastico

Counselling scolastico normalizzazione del caos e costruzione del senso degli avvenimenti

Nota introduttiva alla relazione di Sabrina Silvestro presentata al Convegno della Scuola di Counsellling Drammaturgico del 13 Giugno 2015.

La relazione di Sabrina Silvestro ci consente di traslocare dal mondo del lavoro, efficacemente tracciato dal precedente intervento Cristina Bronzini, a quello della scuola dove il disagio, pur manifestandosi attraverso indicatori necessariamente differenti, denuncia un’origine comune: l’incertezza e il disorientamento.

Più precisamente, il caos.

Se è vero che la tecnica della Normalizzazione del Caos resta al servizio di uno specifico protocollo di intervento del counsellor, essendo riconducibile alla più ampia categoria delle tecniche dell’Ordine, è anche vero che il processo di normalizzazione del caos come matrice caratterizzante la natura stessa di ogni intervento di counselling, sta progressivamente identificando questa professione come un approccio rivoluzionario alla situazione–problema presentata dal cliente.

Un approccio naturalistico, e cioè finalizzato a ricondurre i moduli caotici di una o più situazioni all’ordine normale delle cose, non può essere considerato solo all’interno dell’orizzonte nettamente tracciato di una tecnica.

Nella prospettiva di un counselling attuale ed efficace, perché effettivamente utile al cliente del quale sa interpretare la domanda originale ignorata dalle altre professioni, la normalizzazione del caos costituisce una linea guida operativa.

L’intervento normalizzante condotto dal counsellor, tuttavia, per essere originale e significativo nella prospettiva cliente, non può ricalcare quello di altri approcci, di natura iperspecialistica, come quelli della medicina o della psicologia i quali, proprio per il fatto di recepire, via via, le più recenti scoperte scientifiche, producono indicazioni, se non proprio contraddittorie, spesso alternative e incomparabili, con il risultato di alimentare il caos, piuttosto che di normalizzarlo.

Il lavoro del counsellor si svilupperà applicando il metodo della specializzazione in relazioni e contesti, fondato sulla capacità dell’uomo di apprendere dagli errori pratici, all’insegna del fallibilismo.

L’applicazione del metodo della specializzazione in relazioni e contesti implica l’impegno, per il counsellor, a non farsi imbrigliare da uno specifico approccio professionale, irrigidito da protocolli di intervento precedentemente sperimentati e validati. Egli si calerà nella situazione-problema descritta dal cliente, facendola propria, attivando tutte le proprie risorse cognitive, emotive, esperienziale e professionali, senza poter prevedere quali di esse saranno decisive per il caso specifico.

(sul tema della specializzazione del counsellor in relazioni e contesti, si potrà leggere “L’algoritmo del counselling drammaturgico”, in Tecniche Conversazionali, n. 54, Ottobre 2015, in corso di preparazione, www.tecnicheconversazionali.it )