Counselling Drammaturgico e Analisi Transazionale

Counselling Drammaturgico e Analisi Transazionale

Nota introduttiva alla relazione di Barbara Capello, presentata al Convegno della Scuola di Counselling Drammaturgico del 13 Giugno 2015.

di Rodolfo Sabbadini

L’Analisi Transazionale (nella sua impostazione “ortodossa”, così come concepita originariamente da Eric Berne) è il pilastro sul quale si basa il nostro counselling sotto il profilo della teoria psicologica di riferimento.

Il Counselling Drammaturgico non sarebbe nato senza l’Analisi Transazionale.

L’AT ha caratterizzato l’impostazione dei miei primi saggi in tema di psicologia del lavoro (Poteri Professionali del 1991, e Professionistattore del 1993) i cui contenuti, opportunamente elaborati, ho ripreso nei miei lavori più recenti, dedicati specificamente al counselling (Manuale di counselling del 2009 e il Metodo Drammaturgico nella relazione di counselling del 2012).

Ma perché proprio l’AT alla base del Metodo? Oppure, perché l’AT, nel campo del counselling, ha contribuito in modo così naturale a strutturare il Metodo Drammaturgico?

Io credo che, ancor prima delle tecniche di intervento illustrate in modo così efficace da Barbara Capello nella sua relazione in tema di consulenza educativa, abbiano avuto un ruolo strategico le linee guida che hanno caratterizzato la ricerca di Eric Berne.

Berne ha adottato una prospettiva rivoluzionaria nell’applicazione delle teorizzazioni della psicologia, e cioè ha convertito le nozioni in domande: “E’ vero che bisogna verbalizzare un problema prima di poterlo risolvere?”; “E’ vero che un cambiamento è possibile solo dopo un’analisi?”; “E’ vero che gli psicotici sono incurabili?”; “E’ vero che uno psicoterapeuta, dopo qualche seduta, conosce meglio del paziente il problema di quest’ultimo, nonostante il paziente viva con quel problema da anni, a volte decine d’anni?”.

Le risposte che, di volta in volta, il padre dell’AT ha dato a tali interrogativi non sono state necessariamente quelle fino ad allora ritenute scontate.

Berne affronta la realtà nei panni di un Marziano, e cioè di un essere che osserva gli avvenimenti senza pregiudizi e – proprio perciò – il suo punto di vista ci regala una prospettiva nuova. Il Marziano diventa l’alter ego di Berne al cospetto di molti dilemmi esistenziali che egli decide di analizzare.

Il Marziano ascolta attentamente e ama le storie. Non si meraviglia se un lupo si mette a parlare (non ne avrebbe motivo, dal momento che non ne ha mai incontrato uno prima!), ma gli vengono in mente, piuttosto, interrogativi più concreti: “Perché la mamma si sbarazza di Cappuccetto Rosso per tutta la giornata?”; “Perché la manda in giro per i boschi senza raccomandarsi di non dare confidenza ai lupi?”; “Come mai la nonna vive tutta sola in mezzo al bosco?”; “Perché Cappuccetto Rosso si infila nel letto della nonna?”. Il Marziano diventa diffidente e filosofo; alla fine trae la morale logica di questa storia: i lupi non devono fidarsi delle bambine dallo sguardo innocente.

Il Marziano scopre il significato delle parole considerando l’effetto che producono, non valuta le persone per le intenzioni che dichiarano. Le comprende piuttosto in funzione dei loro comportamenti. E’ per questo motivo che è interessato, essenzialmente, a verificare cosa succede – alla fine della storia –  a Cappuccetto Rosso, a Cenerentola e alla Bella Addormentata nel Bosco.

Gli analisti transazionali, oggi, riconoscono senz’altro il debito dell’AT nei confronti del pragmatismo americano, che rappresenta anche il riferimento filosofico principale del Counselling Drammaturgico.

Come il Counselling Drammaturgico, L’AT di Berne metteva in discussione e chiedeva che fosse sottoposta al giudizio di pratica ogni teorizzazione scientifica. Tale orientamento portava Berne a ritenere necessario che lo psicoterapeuta segnalasse con trasparenza, al proprio paziente, gli indicatori significativi che riteneva di aver individuato durante i colloqui, per verificare e concordare insieme a lui la loro fondatezza e utilità, sottoponendoli ad una sorta di costante beneficio di inventario.

Se il Counselling Drammaturgico ha recepito, sul piano teorico, molte elaborazioni dell’Analisi Transazionale, i due approcci alla relazione professionale, sotto il profilo delle tecniche utilizzate e degli obiettivi perseguiti sono, tuttavia, nettamente differenti.

Gli sviluppi della ricerca di Berne ha portato i suoi eredi a strutturare nuove teorizzazioni sull’evoluzione della personalità e sulle dinamiche intrapsichiche e interpersonali, con un costante, determinato, impegno a ricucire lo strappo – evidente quantomeno sul piano  formale – compiuto da Berne, all’origine della sua ricerca, nei confronti della psicoanalisi.

l Counselling Drammaturgico ha imboccato una strada molto diversa, e cioè quella della logicizzazione del testo e della sua depsicologizzazione, centrando la ricerca sulle parole scambiate tra counsellor e cliente, ponendo fuori dall’ambito del proprio interesse professionale il cambiamento della psiche o della mente delle persone, e centrandosi esclusivamente sulla risoluzione del problema oggettivo e concreto proposto dal cliente.

 

Per approfondimenti:

Hostie R. (1987),  L’âge adulte, sur les traces d’Eric Berne vingt ans aprés, InterEditions, Paris.

Lai G. (2012), Prefazione a “Il metodo Drammaturgico”, di Sabbadini R., Franco Angeli, Milano.