Quali conseguenze sentenza 13020/15 del TAR sui counsellor ?

Quali conseguenze avrà la recente sentenza 13020/15 del TAR sugli iscritti ad Assocounselling? E sugli altri counsellor?

Intanto, ti confermo subito che la sentenza del TAR non ha alcuna conseguenza per i counsellor iscritti ad Assocounseling (A.) e tantomeno per quelli iscritti ad altre associazioni o non iscritti ad alcuna associazione. La sentenza riguarda A. intesa come soggetto associativo. Semplificando al massimo, possiamo dire che i giudici rimproverano ad A. di aver fatto un errore “formale” (non hanno inserito la definizione di counselling nel loro statuto) e uno “politico” (la loro definizione è troppo generica e può comprendere anche professionisti che usano tecniche psicologiche). A., come tutte le altre associazioni nazionali, potrà presentare una nuova domanda corretta. Come sai, chiunque può esercitare la professione di counsellor (senza doversi iscrivere ad alcuna associazione) semplicemente facendo riferimento alla L. n. 4/2013; l’unico limite non valicabile è quello delle tecniche, e cioè il counsellor non può utilizzare tecniche di matrice psicologica. Se lo fa compie un reato. Può invece usare competenze psicologiche teoriche per leggere il contesto e la relazione con il cliente. Infine, il fatto di essere iscritto ad un’associazione inserita nell’elenco del MISE, come ha chiesto A., non “libera” il professionista dal rispetto dei limiti che ti ho, sopra, indicato. Ricorda sempre che la responsabilità penale è personale; la “copertura” dell’associazione è sostanzialmente irrilevante per il giudice. Ricordiamo anche che, secondo la giurisprudenza penale, e a tutela del consumatore che chiede una prestazione di counselling e non psicologica, neppure gli psicologi possono utilizzare le loro tecniche sotto l’etichetta del counselling.